Sette anni insieme a Missposi


Questo è un racconto. Un semplice racconto. 
La narrazione di qualcuno che ha visto e vissuto per qualche tempo l’evolversi e il compiersi di un viaggio,
che tuttavia non è ancora finito.
Un racconto che parte da un numero: il 7.
No, non c’entrano i sette simpatici nanetti legati a Biancaneve.
Anche se in qualche modo le principesse potrebbero averci a che fare.

Sette. Un numero, certo. Ma anche qualcosa di più. Sette, come i peccati capitali, sette come le virtù. Sette, come i giorni della settimana, sette le meraviglie della terra. E sette gli anni che intercorrono tra una data e un’altra: 14 febbraio 2013, 14 febbraio 2020.


le prime tre fasciate "MisSPosi Italia" ed. 2013
Karen Lanzino
Stella Santoro
Valentina De Rose

E proprio in quel febbraio del 2013, sette anni addietro, partiva qualcosa di nuovo. Nel salone dell’Hotel Mercure (oggi Arhia) di Rende, iniziava un’avventura: MisSposi Italia debuttava al proprio ballo, nell’alta società della moda e del wedding. Quella sera aveva piovuto un po’, ma non era molto freddo. Poco avrebbe importato comunque. Il calore dato dalle emozioni provate da lì a poco avrebbe scaldato chiunque e qualunque cosa. L’amicizia che lega me e la mia compagna ad Alfredo e Maria Antonietta, ci lasciava intravedere con quanta emozione stessero vivendo la cosa. E noi, un po’ estranei fino a quel momento alla natura dell’evento, ci guardavamo intorno alla ricerca di qualcosa, appeso tra lo stupore e la consapevolezza. All’ingresso gli stand di esercenti operanti nel settore matrimoni, dagli atelier di moda alle confezioni, dalla confetteria ai tour operator. E un vociare curioso ad accompagnare tutto ciò: «Una sfilata per San Valentino?», oppure «Ma è una fiera degli sposi?» e in fine «Macché, è una cena di gala». E in ognuna di queste voci era insito un barlume di verità. Chissà cosa aveva in mente Alfredo Bruno quando la sua fantasia ha partorito un format così originale. Mi piacerebbe saperlo davvero. Quando si compie un primo passo, si immagina già dove quel cammino ci porterà? Certo è che l’idea di base in questi anni non è mai cambiata: portare in passerella il sogno di ogni fanciulla: sfilare in abito bianco. E da un concorso di bellezza associato al mondo del wedding, nel corso degli anni si è trasformato in autentico brand di settore. E tornando a quel San Valentino di sette anni fa, si sognava, si pensava, si riusciva ad intravedere oltre quella prima passerella? Un progetto che inizia è un po’ un figlio che nasce e cresce. Cosa diventerà? Chi diventerà? Sarà un successo? Avrà una vita felice? Spesso ci sono aspettative che si ha paura di confermare, per paura che vengano disattese. Comunque sia andata non importa. Perché quella sera di febbraio, sette anni fa, qualcosa di strano accadde. Non sono cose facili da spiegare a parole. Sono sensazioni tattili, sensoriali. Sensazioni che si avvertono e percepiscono soltanto vivendole. Qualcosa che ti fa credere di star assistendo a qualcosa di speciale. Eppure sarebbe stato facile cadere nella banalità. Dopotutto, si stava assistendo ad una sfilata di moda in abito da sposa, gustando una deliziosa cena, sorseggiando vino. E invece qualcosa di inatteso stava accadendo. Qualcosa stava nascendo, di reale, concreto. Un inizio travestito da epifania. E quel cammino ha portato ad oggi. MisSposi Italia oggi è un brand conclamato e non più – o almeno non solo – un concorso di bellezza in abito bianco. Una realtà tutta calabrese che abbraccia il mondo della moda a tutto tondo, un punto di riferimento per il fashion, il wedding e tutti i servizi ad esso annessi e connessi. Un evento diventato un must, un’associazione che svolge il ruolo di academy e agenzia di formazione e promozione per modelle, eventi, servizi hostess in Calabria e non solo. Sette anni fatti di collaborazioni prestigiose con i più importanti personaggi ed esperti del settore, da Enzo Miccio a Stefano Blandaleone, da Gerardo Sacco a Nicole - Milano, fino ai passaggi televisivi per Sky, Tele Norba, Mi Sposo Tv, e alle innumerevoli pagine sui magazine di settore, come Sposa Channel e Tutto Sposi. E non è tutto. E chi riesce a diventare grande con le proprie forze, con la passione e il talento che spinge la tenacia (e non viceversa), non dimentica mai di chi è meno fortunato.

Così MisSposi nel 2015 produce, promuove e realizza spettacoli ed eventi a sfondo solidale, grazie soprattutto al sodalizio nato con l’associazione “Niki Aprile Gatti”. Perché a volte non basta emozionarsi: bisogna anche emozionare. E se l’emozione equivale al sorriso di chi è meno fortunato di noi, è ancora più bello.


Sette anni. Una sorta di anniversario “collinetta”. Non si è ancora diventati grandi, non si è tagliato il traguardo del decennio. Non si è a metà del cammino, essendo andati avanti. E soprattutto non si è delle semplici comparse. Forse è vero quello che il leitmotiv di MisSposi enuncia (cito testualmente): «Se puoi sognarlo, puoi farlo». Perché dietro ad ogni successo, c’è sempre sudore e fatica. Delusioni, cadute, illusioni e disillusioni. E la consapevolezza di chi sa di non poter cercare affetto da una prostituta. E un sogno resta tale senza l’azione, forse folle o forse no, di chi vuole e deve realizzarlo.

Sette anni e ancora tanto cammino da fare per un’idea nata da chi è caduto ed è riuscito a reinventarsi. E fidatevi se ve lo dice uno che lo conosce da ben 40 anni. Il racconto per ora finisce qui. Ma la storia continua. Come continua il viaggio, che ha raggiunto una tappa, ma non il traguardo finale, la meta. Che a volte, più tardi arriva, meglio è. Perché ciò che conta è il tragitto. Buon settimo anniversario, MisSposi Italia! Cheers!

( Attilio Palermo )

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